In una villa dei primi del Novecento immersa nel verde delle colline piemontesi, il nostro Atelier si è occupato del restyling della zona giorno, con l’obiettivo di collegare due ambienti originariamente separati. Abbiamo voluto creare una visione d’insieme più aperta, fin dall’ingresso principale, e riconfigurare lo studio esistente per ospitare una zona TV. Come architetto, parto sempre da una riflessione funzionale: risolvere un’esigenza concreta. Ma sento anche la responsabilità di fare qualcosa di più, qualcosa di speciale. Di andare oltre. Un progetto deve essere in grado di coinvolgere le persone, farle sentire accolte e a proprio agio. Parto dal contesto, dalla funzione e dai materiali, per arrivare alla costruzione di un insieme armonico, coerente con l’identità e i gusti di chi abiterà la casa.

LA CASA DEL COLLEZIONISTA

Siamo in una villa dei primi del ’900, immersa nel verde delle colline piemontesi.

Il nostro Atelier si è occupato del restyling della zona living, con l’obiettivo di collegare due ambienti che in origine erano separati. Abbiamo voluto creare una visione d’insieme più aperta, sin dall’ingresso principale, e riconfigurare lo studio esistente per accogliere una zona TV.

Creare spazi che accolgono e raccontano storie

Come architetto, parto sempre da una riflessione funzionale: risolvere un’esigenza concreta. Ma sento anche la responsabilità di fare qualcosa di più, di speciale. Di andare oltre. Un progetto deve saper coinvolgere le persone, farle sentire accolte e a proprio agio .Parto dal contesto, dalla funzione e dai materiali, per arrivare alla costruzione di un insieme armonico, coerente con l’identità e i gusti di chi abiterà la casa.

Un dialogo tra stili diversi

Abbiamo aperto un varco tra i due ambienti, mantenendo il linguaggio originale della villa: le cornici, le boiserie e gli stucchi sono stati conservati e al contempo abbiamo inserito elementi contemporanei. L’intervento ha preso forma attraverso l’uso del colore, la rilaccatura delle porte e un’attenta selezione degli arredi.

Molti mobili erano già stati acquistati dai proprietari: lei, CEO di un’azienda orafa; lui, promotore finanziario, collezionista appassionato di design e arte contemporanea.

Un ambiente che celebra la bellezza e l’arte

I pezzi di modernariato sono autentici tesori che abbiamo valorizzato: come il tavolino americano firmato Vladimir Kagan, collocato davanti al salotto. Alle spalle del divano Soft Dream di Flexform campeggia un’opera di Francesco Clemente, protagonista della Transavanguardia. Sopra le poltrone Barcelona di Mies van der Rohe per Knoll, un’opera di David Salle, artista americano dal linguaggio potente e stratificato.

Una casa piena di storie, valori ed emozioni

Entrando in questa casa si percepisce un’atmosfera d’altri tempi, quando la cultura permeava ogni oggetto, e il gusto per il bello si costruiva lentamente, frequentando mostre, leggendo, documentandosi. Qui i mobili non hanno soltanto una funzione: raccontano storie, esprimono valori, emozioni, affetti.

Lavorare con un interlocutore così attento e colto è stata un’esperienza preziosa. Mi ha raccontato molto delle opere che ha raccolto negli anni: un quadro di Sterling Ruby, poliedrico artista americano; un’opera di Alex Katz, maestro della figurazione americana presente nei più importanti musei del mondo; un piccolo dipinto di Lynette Yiadom-Boakye, posto all’ingresso, capace di evocare una narrazione poetica e intima.

Nelle Immagini: 

  • Poltrona Lounge Chair di Charles & Ray Eames, 1956 – Vitra
  • Divano Soft Dream di Antonio Citterio, 2010 – Flexform
  • Poltrone Swan e Egg di Arne Jacobsen, 1958 – Fritz Hansen
  • Libreria Infinito di Franco Albini, 1960 – Cassina

Progetto: Cristina Colla Atelier

Foto: Your Story – Lorenzo Morandi